MUFFA E CONDENSA: facciamo un po’ di chiarezza[1]
L’insorgere di muffa e la formazione di condensa superficiale non sono la stessa cosa; sono due fenomeni che dipendono in maniera diversa dalla temperatura della parete.
La muffa infatti è un fenomeno che si sviluppa in tempi lunghi, mentre la condensa può essere un fenomeno anche solo occasionale di brevissimo periodo.
Più precisamente:
Per valutare il rischio di muffa e/o di condensa è quindi necessario analizzare l’andamento nel tempo della temperatura sulla superficie interna:
I due fenomeni sono indipendenti:
L’insorgere dei fenomeni di muffa e/o condensa è determinato da:
Ø l’andamento nel tempo della temperatura esterna:
Ø le caratteristiche costruttive (isolamento ed inerzia termica) della struttura/parete;
Ø la situazione di temperatura ed umidità all’interno dei locali tenendo conto anche della ventilazione adottata;
Ø i valori di resistenza termica superficiale delle superfici interne
Da un punto di vista progettuale, il metodo di analisi più corretto è quello della verifica dell’andamento nel tempo delle condizioni di temperatura e umidità sulla superficie interna al variare delle condizioni climatiche esterne, tenendo conto della geometria e conducibilità termica dei materiali, della loro massa volumica, del calore specifico, dell’inerzia termica, dell’eventuale irraggiamento sulla parete e o ombreggiamento e anche della ventilazione dell’aria.
In mancanza di un’analisi approfondita di tipo dinamico, che consenta di simulare l’effettivo andamento nel tempo della temperatura sulla superficie interna della parete, si può utilizzare la UNI EN ISO 13788 per effettuare una simulazione in regime stazionario adottando dei valori medi di temperatura:
§ per la valutazione del rischio muffa (in particolare sulle strutture ‘pesanti’, con ampio sfasamento termico) si considerano le temperature medie mensili esterne, mentre
§ per la valutazione del rischio condensa (sulle strutture ‘leggere’ che rispondono a variazioni di temperatura inferiori al giorno), si considera la media negli anni delle temperature minime esterne.
[1] Articolo tratto dal sito http://www.trasmittanza.org a cura dell’ing. Piero Berlanda.
• Il Decreto Legislativo 311/2006, come modificato dal DPR 59/2009 afferma che le verifiche per l’assenza di condensazione superficiale vanno effettuate a partire da una condizione standard di Temperatura internadi 20°C e Umidità interna 65% RH.
■umidità e temperatura ideali in inverno per la salute e l'igiene
■condizioni sempre più frequenti all'interno delle abitazioni, dovutealle crescenti prestazioni di tenuta
dei serramenti e ad un'aerazione insufficiente degli ambienti
■temperatura convenzionale dell' ambiente interno per il calcolo delle isoterme
■temperatura di rugiada con umidità interna 50% e T= 20°C
■temperatura di rugiada con umidità interna 65% (valore max di norma) e T= 20°C
Tabella tratta da uno studio di MAICO ACADEMY
Le isoterme
Le isoterme sono delle linee che collegano punti aventi la medesima temperatura. Grazie alle isoterme è possibile controllare che nei giunti, o sulle superfici interne di serramenti e muri, la temperatura sia superiore a quella di rugiada.
Il punto di rugiada
Il punto (o temperatura) di rugiada è la temperatura alla quale l’aria umida, raffreddandosi, non trattiene più l’acqua
e produce rugiada (condensa). Per calcolare il punto di rugiada bisogna considerare due variabili: la temperatura e l’umidità relativa dell’ambiente interno.
e la temperatura superficiale interna si avvicina alla temperatura di rugiada per un tempo prolungato, si può avere formazione di muffa. Per evitare fenomeni di condensa: Tsi,min > Tr
Se la temperatura superficiale interna si avvicina alla temperatura di rugiada per un tempo prolungato, si può avere formazione di muffa.
Per evitare fenomeni di condensa: Tsi,min > Tr ovvero:
La temperatura superficiale interna minima deve essere maggiore della temperatura di rugiada.
· Riscaldando a sufficienza tutte le stanze, anche quelle non frequen-temente utilizzate.
· Utilizzando sempre porte provviste di guarnizioni, per dividere ambienti caldi da quelli freddi (ad esempio porte che danno su garage o cantine).
· Utilizzando deumidificatori o impianti di ventilazione meccanica, in riferimento alla legge 311/2006 o alla norma UNI EN 15251.
· Arieggiando appositamente gli ambienti con il più alto tasso si umidità, come bagni o cucine, per evitare che l’umidità si propaghi al resto dell’abitazione.
Arieggiando in modo mirato gli ambienti, ad esempio aprendo la finestra a battente per pochi minuti oppure, ancora meglio, creando una corrente d’aria con l’apertura anche di un’altra porta o finestra: in questo modo il ricambio dell’aria calda interna, con quella più fresca esterna, non “raffredda” pavimenti e mobili e dopo aver richiuso la finestra la stanza raggiunge nuovamente, in breve tempo, una confortevole temperatura.
Aerare anche perchè bsostanze nocive che si accumulano nei luoghi chiusi sono dannose per la salute
Inquinante |
Fonte |
Conseguenze per la salute |
Note |
CO2 (anidridecarbonica) |
È il prodotto della respirazione |
Non è dannosa ma non è respirabile. Un eccesso di CO2 causa calo dell'attenzione, mal di testa fino a difficoltà respiratorie |
La concentrazione ottimale di CO2 nell'aria è di 700 ppm (parti per milione), il valore massimo accettabile è 1.500 ppm |
CO (monossidodi carbonio) |
Combustione incompleta di fornelli e scaldabagni a gas; camini e stufe a legna non sufficientemente ventilati |
Intossicazione: emicrania, vertigine, sonnolenza, asfissia |
Anche l'esposizione a basse concentrazioni di CO per lunghi periodi ("intossicazione lenta") è dannosa |
Virus e batteri |
Ambiente circostante |
Raffreddori, influenze, malattie infettive |
Igiene e aerazione sono particolarmente importanti in luoghi affollati come uffici, scuole od ospedali |
Formaldeide |
In materiali da costruzione come colle, vernici, pitture; come battericida la formaldeide è utilizzata nei prodotti per la pulizia della casa |
Irritazione agli occhi e alle mucose delle vie respiratorie. La IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato la formaldeide come cancerogena per l'uomo |
È uno degli inquinanti di interni più diffusi. L'Organizzazione mondiale della sanità ha fissato a 0,1 ppm la concentrazione massima di formaldeide in casa |
Radon |
Gas radioattivo presente nel terreno, dal quale fuoriesce e si disperde nell'ambiente. Si accumula nei locali chiusi interrati o a contatto diretto con il terreno (per es. cantine), dove diventa pericoloso |
Si stima che sia la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta |
L'emissione di radon dal terreno è difficile da determinare a priori. Per misurare la concentrazione di radon in un locale ci si può rivolgere all'ARPA della propria regione (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente) |
Amianto (asbesto) |
Fino agli anni Ottanta è stato utilizzato insieme al cemento nella miscela "Eternit" per la coibentazione di edifici e tetti; come materiale edile in tegole, pavimenti, tubazioni, vernici ecc. |
Asbestosi, tumore al polmone |
In Italia la legge 257 del 1992 ha vietato l'impiego dell'amianto |
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