PROBLEMI DI UMIDITA’ IN CASA?

 

E' da tenere presente anche che:


MUFFA E CONDENSA: facciamo un po’ di chiarezza[1]

 

L’insorgere di muffa e la formazione di condensa superficiale non sono la stessa cosa; sono due fenomeni che dipendono in maniera diversa dalla temperatura della parete.

La muffa infatti è un fenomeno che si sviluppa in tempi lunghi, mentre la condensa può essere un fenomeno anche solo occasionale di brevissimo periodo.

Più precisamente:

 

  1. FORMAZIONE DI CONDENSA: si ha se la temperatura della parete scende, anche per poco tempo, fino al  punto di rugiada. La temperatura di rugiada dipende dalle condizioni interne dell’aria (umidità, temperatura e ventilazione);

 

  1. FORMAZIONE DI MUFFA: dipende da quanto tempo la temperatura della parete rimane al di sotto di un certo valore limite che favorisce la formazione di muffe. Anche questo valore di temperatura, superiore a quello di rugiada, dipende dalle condizioni ambientali interne.

 

Per valutare il rischio di muffa e/o di condensa è quindi necessario analizzare l’andamento nel tempo della temperatura sulla superficie interna:

  • se la temperatura della superficie interna rimane per diversi giorni ad un livello tale da portare l’umidità dell’aria interna a contatto con la parete a valori uguali o superiori all’80%, (RH) si avranno sviluppi di muffe.
  • se la temperatura della superficie interna si abbassa, anche brevemente, al punto da portare l’umidità dell’aria interna a contatto con la parete a valori intorno al 100% (RH), ci sarà condensazione del vapore acqueo contenuto nell’aria interna.

 I due fenomeni sono indipendenti:

  • posso avere formazione di muffa senza arrivare necessariamente a situazioni di condensa, se la temperatura superficiale interna non scende mai al punto di rugiada;
  • posso avere condensa senza formazione di muffe per repentini abbassamenti della temperatura superficiale di durata limitata. Ad esempio due o tre giorni di freddo intenso o di condizioni inusuali di umidità interna.

L’insorgere dei fenomeni di muffa e/o condensa è determinato da:

Ø  l’andamento nel tempo della temperatura esterna:

Ø  le caratteristiche costruttive (isolamento ed inerzia termica) della struttura/parete;

Ø  la situazione di temperatura ed umidità all’interno dei locali tenendo conto anche della ventilazione adottata;

Ø  i valori di resistenza termica superficiale delle superfici interne

Da un punto di vista progettuale, il metodo di analisi più corretto è quello della verifica dell’andamento nel tempo delle condizioni di temperatura e umidità sulla superficie interna al variare delle condizioni climatiche esterne, tenendo conto della geometria e conducibilità termica dei materiali, della loro massa volumica, del calore specifico, dell’inerzia termica, dell’eventuale irraggiamento sulla parete e o ombreggiamento e anche della ventilazione dell’aria.

In mancanza di un’analisi approfondita di tipo dinamico, che consenta di simulare l’effettivo andamento nel tempo della temperatura sulla superficie interna della parete, si può utilizzare la UNI EN ISO 13788  per effettuare una simulazione in regime stazionario adottando dei valori medi di temperatura:

§    per la valutazione del rischio muffa (in particolare sulle strutture ‘pesanti’, con ampio sfasamento termico) si considerano le temperature medie mensili esterne, mentre

§    per la valutazione del rischio condensa (sulle strutture ‘leggere’  che rispondono a variazioni di temperatura inferiori al giorno), si considera la media negli anni delle temperature minime esterne.

 

[1] Articolo tratto dal sito http://www.trasmittanza.org a cura dell’ing. Piero Berlanda.

CONDIZIONI INTERNE PER VERIFICA CONDENSA

 

• Il Decreto Legislativo 311/2006, come modificato dal DPR 59/2009 afferma che le verifiche per l’assenza di condensazione superficiale vanno effettuate a partire da una condizione standard di Temperatura internadi 20°C e  Umidità interna 65% RH.

umidità e temperatura ideali in inverno per la salute e l'igiene

condizioni sempre più frequenti all'interno delle abitazioni, dovutealle crescenti prestazioni di tenuta

dei serramenti e ad un'aerazione insufficiente degli ambienti

temperatura convenzionale dell' ambiente interno per il calcolo delle isoterme

temperatura di rugiada con umidità interna 50% e T= 20°C

temperatura di rugiada con umidità interna 65% (valore max di norma) e T= 20°C

 

                                                                               Tabella tratta da uno studio di MAICO ACADEMY

click per ingrandire

 

Le isoterme

Le isoterme sono delle linee che collegano punti aventi la medesima temperatura. Grazie alle isoterme è possibile con­trollare che nei giunti, o sulle superfici interne di serramenti e muri, la temperatura sia superiore a quella di rugiada.

 

Il punto di rugiada

Il punto (o temperatura) di rugiada è la temperatura alla quale l’aria umida, raffreddandosi, non trattiene più l’acqua

e produce rugiada (condensa). Per calcolare il punto di rugiada bisogna considerare due variabili: la temperatura e l’umidità relativa dell’ambiente interno.

 

e la temperatura superficiale interna si avvicina alla temperatura di rugiada per un tempo prolungato, si può avere formazione di muffa. Per evitare fenomeni di condensa: Tsi,min > Tr

 Se la temperatura superficiale interna si avvicina alla temperatura di rugiada per un tempo prolungato, si può avere formazione di muffa.

Per evitare fenomeni di condensa: Tsi,min > Tr ovvero:

 

La temperatura superficiale interna minima deve essere maggiore della temperatura di rugiada.

 

Come evitare la condensa?

 

·           Riscaldando a sufficienza tutte le stanze, anche quelle non frequen-temente utilizzate.

 

·      Utilizzando sempre porte provviste di guarnizioni, per dividere ambienti caldi da quelli freddi (ad esempio porte che danno su garage o cantine).

 

·       Utilizzando deumidificatori o impianti di ventilazione meccanica, in riferimento alla legge 311/2006 o alla norma UNI EN 15251.

 

·     Arieggiando appositamente gli ambienti con il più alto tasso si umidità, come bagni o cucine, per evitare che l’umidità si propaghi al resto dell’abitazione.

 

Arieggiando in modo mirato gli ambienti, ad esempio aprendo la finestra a battente per pochi minuti oppure, ancora meglio, creando una corrente d’aria con l’apertura anche di un’altra porta o finestra: in questo modo il ricambio dell’aria calda interna, con quella più fresca esterna, non “raffredda” pavimenti e mobili e dopo aver richiuso la finestra la stanza raggiunge nuovamente, in breve tempo, una confortevole temperatura.


 

Aerare anche perchè bsostanze nocive che si accumulano nei luoghi chiusi sono dannose per la salute

 

Inquinante

Fonte

Conseguenze per la salute

Note

CO2 (anidridecarbonica)

È il prodotto della respirazione

Non è dannosa ma non è respirabi­le. Un eccesso di CO2 causa calo dell'attenzione, mal di testa fino a difficoltà respiratorie

La concentrazione ottimale di CO2 nell'aria è di 700 ppm (parti per mi­lione), il valore massimo accettabi­le è 1.500 ppm

CO (monossidodi carbonio)

Combustione incompleta di for­nelli e scaldabagni a gas; camini e stufe a legna non sufficientemente ventilati

Intossicazione: emicrania, vertigi­ne, sonnolenza, asfissia

Anche l'esposizione a basse con­centrazioni di CO per lunghi periodi ("intossicazione lenta") è dannosa

Virus e batteri

Ambiente circostante

Raffreddori, influenze, malattie infettive

Igiene e aerazione sono particolar­mente importanti in luoghi affollati come uffici, scuole od ospedali

Formaldeide

In materiali da costruzione come colle, vernici, pitture; come batteri­cida la formaldeide è utilizzata nei prodotti per la pulizia della casa

Irritazione agli occhi e alle muco­se delle vie respiratorie. La IARC (International Agency for Rese­arch on Cancer) ha classificato la formaldeide come cancerogena per l'uomo

È uno degli inquinanti di interni più diffusi. L'Organizzazione mondiale della sanità ha fissato a 0,1 ppm la concentrazione massima di formal­deide in casa

Radon

Gas radioattivo presente nel terre­no, dal quale fuoriesce e si disper­de nell'ambiente. Si accumula nei locali chiusi interrati o a contatto di­retto con il terreno (per es. cantine), dove diventa pericoloso

Si stima che sia la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta

L'emissione di radon dal terreno è difficile da determinare a priori. Per misurare la concentrazione di radon in un locale ci si può rivolge­re all'ARPA della propria regione (Agenzia Regionale per la Protezio­ne dell'Ambiente)

Amianto (asbesto)

Fino agli anni Ottanta è stato uti­lizzato insieme al cemento nella mi­scela "Eternit" per la coibentazione di edifici e tetti; come materiale edi­le in tegole, pavimenti, tubazioni, vernici ecc.

Asbestosi, tumore al polmone

In Italia la legge 257 del 1992 ha vietato l'impiego dell'amianto

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